La duna delle Marze

Subito a sud di Castiglione della Pescaia (Grosseto), vicino alla riserva naturale della Diaccia Botrona, si stende una larga fascia di pineta separata dal mare dalla bella duna de Le Marze, inclusa nell’Oasi affiliata WWF di S. Felice.

Mappa dell'area

Mappa dell’area

Attraversando la pineta si raggiunge la larghissima spiaggia alla fine del canale S. Leopoldo, dove la fiumara, proveniente dalla vicina area palustre, si interra.

La spiaggia allo sbocco del Canale S. Leopoldo in inverno

La spiaggia allo sbocco del Canale S. Leopoldo in inverno

Il canale S. Leopoldo e la pineta lorenese.

Il canale S. Leopoldo e la pineta lorenese.

Per chi, come noi, non ama l’affollamento della bella stagione, l’inverno è la stagione ideale per scoprire il singolare habitat retrodunale, laddove, nello spazio di pochi metri, la rada vegetazione della spiaggia si trasforma in macchia per svanire poi del tutto sotto la rassicurante ombra dei pini. In questo spazio ristretto il vento che spazza la riva del mare si ferma, la sabbia cede il passo alla polvere ed alla terra e la vegetazione, protetta dall’acqua e dal salmastro, porta avanti il suo ciclo: è questa la magia della duna, un sistema in continua trasformazione.

duna

L’inizio della duna sulla spiaggia

Tecnicamente l’ambiente dunale è un esempio di ecotone, insieme luogo di confine e congiunzione tra due ecosistemi diversi. Sulla sabbia accumulata dal vento al margine della spiaggia si insediano lentamente le piante pioniere, le prime ad attecchire su un terreno di recente formazione, bisognose di pochissima acqua, resistenti alle sferzate salmastre provenienti dal mare ed alla elevata salinità del suolo. Man mano che si sale la duna cambia aspetto: le piantine cominciano a farsi più alte, i cespugli si fanno macchia ed il terreno si consolida. è qui che corre il sentiero, disseminato di pannelli che illustrano la flora e la fauna del luogo, che permette di salire e scendere zigzagando tra il mare e la pineta.

Il sentiero sulla sommità della duna, con pini e ginepri

Il sentiero sulla sommità della duna con pini e ginepri

Le prime piantine a crescere sulla duna sono le psammofite, quelle cioè adatte a terreni sabbiosi, in grado di resistere in ambienti ad elevata concentrazione salina e scarsa disponibilità idrica. Sulla spiaggia è facile trovare anche il Carpobrotus edulis, volgarmente detto Fico degli Ottentotti, una succulenta originaria dell’Africa ma naturalizzata oramai sulle coste mediterranee. Subito più in alto si trovano i lunghi ciuffi dell’Ammophila arenaria, mentre sul “versante” opposto al mare (interduna) cresce il ginepro; l’area immediatamente adiacente, corrispondente alla duna più vecchia e oramai consolidata, inizia invece ad ospitare i primi pini.

vegetazione duna

Dall’alto, in senso orario: lentisco, Ammophila, Phragmites, salicornia, Carpobrotus

Nelle aree adiacenti alla duna più ricche di acqua, come il canale o le pozze salmastre, si possono facilmente distinguere la Phragmites, ovvero la canna di palude, e la salicornia, con le sue forme tanto articolate da sembrare cristalli verde brillante. Nella macchia poi, in autunno, spiccano le bacche rosse del lentisco, un arbusto i cui frutti giungono a maturazione completa (virando il colore al nero) in inverno.

Il giro nell’oasi può facilmente essere abbinato con gli itinerari possibili all’interno della Diaccia Botrona, raggiungibile anche a piedi dalle Marze.