La Diaccia Botrona

La “grande fossa di acqua fredda” (questo il significato del nome, ricostruendone l’etimologia) è una vasta area depressa che si trova immediatamente fuori dal paese di Castiglione della Pescaia (GR). Tutta la zona di palude è oggi riserva naturale, ed al suo interno migrano e nidificano moltissime specie di uccelli, fatto che la rende una meta ideale per le osservazioni faunistiche. Nell’antichità l’area era occupata dall’estremità settentrionale del lacus Prilis, dominata da un’isoletta (l’isola Clodia,  ancora oggi nettamente distinguibile perché unico rilievo circondato da stagni e pianure). Questa profonda insenatura salmastra, su cui si affacciavano le città etrusche di Vetulonia e Roselle, al pari dell’area umida del Puntone venne continuativamente sfruttata in epoca etrusca e romana come punto di approdo.

All’interno dell’area sono possibili vari percorsi che camminano sugli argini dei diversi stagni, da cui è facile avvistare la variegata avifauna; tutti i sentieri prendono avvio dalla Casa Rossa, nota anche come Fabbrica delle Cateratte, o ancora Casa Ximenes, dal nome del suo ideatore.

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Il canale maestro della Diaccia Botrona in una polaroid

L’edificio, progettato nel 1765 dall’ingegnere siciliano Leonardo Ximenes, che per conto dei Lorena iniziò la bonifica della Maremma, altro non è che un sistema di cateratte (analogo al casello idraulico del Puntone) costruite a cavallo del canale maestro del padule che servivano per regimentare le acque che defluivano verso il mare e mantenerne costante il livello. Secondo le credenze dell’epoca, infatti, evitare il ristagno dell’acqua e mantenerne alto il livello avrebbe aiutato a debellare la malaria.

La csa rossa, con il ponte delle cateratte e la decorazione a testa leonina in ghisa

La casa rossa, con il ponte delle cateratte e la decorazione a testa leonina in ghisa

Benché fosse una struttura funzionale al controllo delle acque, la Casa Rossa è anche abbellita dalle stesse decorazioni in ghisa che, negli stessi anni, servivano all’arredo urbano delle principali città toscane e che venivano realizzate negli stabilimenti dell’Ilva di Follonica.

Poco oltre la Casa Rossa il percorso passa vicino ad un capanno per l’osservazione degli uccelli, che consente di spiare non visti garzette, aironi e gabbiani mentre pescano nell’acqua poco profonda; nella stagione della migrazione, invece, negli stagni si radunano anche i fenicotteri.

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Il capanno di avvistamento e diverse vedute del padule

Più avanti il sentiero costeggia un vecchio casotto di pescatori, affacciato su uno dei tanti canali popolati di grossi cefali (la pesca è vietata nell’area) e bordati da fitte piante di salicornia.

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Il capanno dei pescatori in rovina

Una visita alla Diaccia Borona può essere facilmente abbinata a quella dell’antico borgo di Castigione della Pescaia o ad una ulteriore passeggiata nella natura, alla scoperta della vegetazione della duna che borda le pinete poco fuori del paese.

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2 pensieri su “La Diaccia Botrona

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